Storia completa dell'Associazione CMP
Come ha inizio un’avventura a lieto fine
STORIA ASSOCIAZIONE COMUNITA’ MAMMA DELLA PACE
Ricca di numerose testimonianze, interessante ed avvincente, ma soprattutto vera, raccontata da chi l’ha vissuta in prima persona e raccomandata a tutti gli uomini di buona volontà.
“ Anno 1999
Visito, per la prima volta, la Repubblica Democratica del Congo nel 1999. Fui invitato dall’allora Arcivescovo di Bukavu, S. E. Mons. Emmanuel Kataliko, per effettuare un pellegrinaggio con la famosa statua di Maria di Nazareth, che ora si trova a Nazareth nella Cattedrale di S. Giuseppe, e che, in quel periodo, era pellegrina in numerosi Paesi del mondo, particolarmente nei Paesi dell’Est del post comunismo.
Durante quel famoso pellegrinaggio, mentre attraversavo la regione del Sud Kivu, parte Nord Orientale della R. D. del Congo, confinante con Ruanda, Burundi ed Uganda, spesso, affiorano alla mia mente le immagini che, tre anni prima, avevo visto nei telegiornali: lunghe file di profughi che attraversano il ponte sul fiume Ruzusi, alle porte di Bukavu, fiume che divide il Ruanda dalla R. D. del Congo. Erano soprattutto Hutu ruandesi, che fuggivano dal loro paese per mettersi in salvo dai rivali Tutsi che in quel periodo avevano conquistato il potere e volevano vendicarsi del genocidio perpetrato dagli Hutu nel 1994, quando gli stessi erano alla guida della loro nazione. A quel tempo le immagini televisive mi proponevano un popolo allo sbando, sulle spalle pesanti fardelli di masserizie che era tutto ciò che possedeva od era solo ciò che una precipitosa fuga aveva permesso di portar con sé. Chi teneva per mano bambini, chi una corda a cui era legata: una capra o una pecora, una mucca o un maiale, qualche gallina od anatra ... Poi … alle porte di Bukavu, numerosi campi di migliaia di profughi, dove la gente vagava come fantasmi, senza una meta.
I Tutsi, tra il marzo 1993 e giugno 2003, inseguirono gli Hutu fino nella R. D. del Congo, in particolare su tutto il territorio del Kivu, sterminando, indifferentemente, milioni di persone tra uomini, donne e bambini.
Furono compiute gravi violazioni dei diritti umani e del diritto internazionale e, non a caso, si ipotizza il reato di genocidio perpetrato dai Tutsi nei confronti dei profughi Hutu.
Furono dieci anni di stragi, omicidi, stupri, diventati quest'ultimi, un'arma da guerra abituale, vittime ne furono, soprattutto le donne, poi ... saccheggi con ruberie varie ad opera di soldati, miliziani e ribelli dei Paesi vicini, in primo luogo il Ruanda.
Ora, ho modo di osservare di persona, con i miei occhi, scene che non pensavo assolutamente così agghiaccianti. Vedo una moltitudine di disperati, uomini e donne senza speranza, che hanno perso tutto: affetti, casa, parenti, figli. con sui volti i segni di una grande sofferenza. Vedo, soprattutto, bambini soldato arruolati dalle milizie ribelli aggirarsi con la sigaretta in bocca e sulle spalle pesanti kalashinov o mitra; vedo tanti ragazzi di strada vagare per la città: affamati, vestiti di pochi abiti laceri ed unti, molti affetti da febbre gialla e da dissenteria; incrocio occhi di bimbi quasi spenti, dallo sguardo fisso nel vuoto, occhi di chi non ha alcuna speranza; vedo un paese nella disperazione, dilaniato da una guerra con tutte le sue atrocità, ridotto alla miseria anche a causa delle ruberie degli Stati confinanti.
Tocco con mano le tristi conseguenze di una guerra spietata che uccide senza pietà: donne, uomini, vecchi, bambini e che, in pochi mesi, ha fatto, nella sola regione del Kivu, oltre 3.500.000 di vittime ed almeno 700.000 orfani di uno o entrambi i genitori.
Sento nel mio cuore che bisognava fare qualcosa, ma rifiutavo anche solo di pensare a questo in quanto mi sentivo assolutamente impotente.
Avrei voluto, tapparmi le orecchie, chiudere gli occhi ed il cuore per non riflettere su quanto vedevo e per soffocare i sentimenti che in quei momenti provavo.
Ritorno in Italia. Il mio pensiero è fisso sulle scene viste a Bukavu, soprattutto di quei poveri bambini sulle strade e ricorre spesso nella mia mente questo ritornello: “Bisogna fare qualcosa, devi fare qualcosa, è tuo preciso dovere”… ma, sempre, cercavo di distogliere la mia mente da questo pensiero, di cacciarlo via come cosa non buona. Poi … come un incubo, sempre più spesso, riaffiorava, il triste ricordo di quei giorni passati in terra africana.
Il Governatore di Bukavu, in un incontro conviviale, in occasione del pellegrinaggio di Maria di Nazaret, nell’esprimere, al sottoscritto ed ai due italiani che mi accompagnavano, tutta la sua meraviglia e gratitudine, ci porgeva il suo saluto esordendo: “Ringrazio per il coraggio dimostrato nel venire tra noi. Questa è zona di guerra. Voi sapete di rischiare la vita”… Tutto vero … verissimo … perché eravamo in piena guerra, il crepitio delle armi che rompeva il silenzio soprattutto nella notte ce lo ricordava, ma le scene strazianti dei bambini che si presentavano continuamente davanti ai miei occhi ed i sentimenti che provavo mi facevano dimenticare il rischio della vita.
Anno 2000
Per placare, in qualche modo, il duro rimprovero che proveniva dalla mia coscienza, invio qualche aiuto personale ad una famiglia che nel frattempo ospitava alcuni bambini orfani. Però sento chiaramente nel mio cuore che non era sufficiente … dovevo fare di più … molto di più …
Anno 2001
Nel dicembre 2001, mi reco nuovamente a Bukavu, su invito di Mons. Joseph Gwamuhanya, al tempo, con funzione di Amministratore Apostolico per la Diocesi di Bukavu, in quanto S. E. Mons. Emanuel Kataliko era improvvisamente deceduto a Roma, nell’ottobre 2000, durante il Giubileo dei Vescovi. L’occasione mi fu offerta dalla solenne collocazione, nella Cattedrale di Bukavu, prevista per l’8 dicembre di quell’anno, di una statua della Mamma della Pace che fu richiesta esplicitamente da Mons. Kataliko. La statua, in legno, realizzata da uno scultore di Ortisei, fu offerta da un gruppo di italiani, miei amici, devoti della Vergine Maria e benedetta, in piazza San Pietro, durante il Giubileo, dal Beato Giovanni Paolo II.
In quel viaggio ho modo di constatare che la guerra non ha tregua e continua con tutti i suoi lutti, dolori ed atrocità. Aumenta Il numero dei bambini in grandi difficoltà che affollano le strade: sono bambini anche in tenera età, bambini sbandati, vestiti di pochi stracci, affamati, che si trasformano in piccoli mendicanti che non osano neppure allungare la mano per timore di subire l’umiliazione di un rifiuto.
Sono i giorni che precedono la festa dell’Immacolata e del Santo Natale. Proprio in quel periodo sento più forte che mai, il richiamo a fare qualcosa per quei poveri bambini. Ma ancora da parte mia un rifiuto che, però, tento di giustificare e dico tra me e me: “Il Congo è troppo lontano … è un Paese in guerra ... non ho tempo perché il mio lavoro mi impegna molto … poi … sono occupato con il mio lavoro ed in altre attività anche caritative … non è un compito per me … forse … un missionario è più adatto …” Tutte scusanti, ma la verità era che non volevo impegnarmi in questa nuova avventura.
Sennonché, durante le notti trascorse, in quel periodo, a Bukavu, spesso, non riesco a prendere sonno, ma ravvisavo la causa nel materasso e cuscino non proprio di tipo europeo ed allora … nei lunghi dormiveglia, la mia mente è assillata sempre dallo stesso ritornello: “Devi fare qualcosa”, nota bene, non “dovresti”, ma “devi” quasi fosse un ordine … un ordine categorico.
La Diocesi, nel frattempo, decide di occuparsi di alcuni di questi bambini, non può restare inerte ad un tale dramma sotto gli occhi di tutti. Mons. Joseph Gwamuhanya mi chiede, se potevo interessarmi come Coordinatore e Supervisore in Italia per la raccolta fondi, per finanziare un piccolo Progetto. Ingrato compito, penso tra me, no … non sono adatto perché è un tipo di lavoro che non ho mai fatto … ci vuole grinta … tempo … coraggio … no! … no!…
Ancora tanti rifiuti con altrettante giustificazioni, come avevo fatto in precedenza, forse per soffocare, in qualche modo, il rimprovero della misteriosa voce della coscienza. Ma questa volta era la voce della Chiesa, era un suo alto e qualificato rappresentate, che mi chiedeva questo impegno; certamente non era frutto della mia fantasia …
Fu solo allora che pensai seriamente: “Potrebbe essere, quanto sento nel cuore, proprio Volontà del Signore! … ma … non è possibile! … Perché il Signore fra tanti, molto migliori di me, molto più adatti di me, capaci anche di accettare le umiliazioni ... con più tempo libero ... viene a cercare proprio me? …”
Ebbi ancora una volta il coraggio, di dire no, pur contraddicendo quanto, in modo chiaro, sentivo interiormente, usando le solite giustificazioni ma con l’aggiunta di una nuova: “Anche se accettassi, non posso riuscire in questo arduo compito perché la gente, in genere, trova grandi difficoltà a donare … poi è diffidente … pensa: ma andranno a buon fine questi soldi?”
Da notare che Mons. Gwamuhanya, nella sua proposta di realizzare un piccolo Progetto a favore di bambini in difficoltà, mi parlava, allora, di un investimento per un Progetto di circa 20.000 dollari. Io sostenevo con il mio interlocutore, che, per raccogliere in Italia 20.000 dollari, ci volevano almeno venti anni.
La cosa strana, però, e che non capivo, è che sentivo sempre il bisogno di giustificare ogni mio rifiuto alla voce che veniva dal mio intimo, questo, perché percepivo sempre più chiaramente, nel mio cuore, che dovevo fare qualcosa per quei bambini … era mio preciso dovere … era un atto di giustizia … io avevo avuto tanto … dovevo anche dare … anche solo la mia disponibilità … dovevo dire al Signore, il mio “eccomi”…
Finalmente, dopo molto combattimento interiore, mi arresi alla richiesta di Mons. Gwamuhanya, cominciando ad intravedere, in questo Progetto, una speciale chiamata del Signore.
Ma la mia umanità e poca fede mi indusse a fare questo singolare “contratto” verbale con il Signore: “Signore, mi sembra di aver capito che è tua Volontà … non capisco però perché hai scelto proprio me che sono sicuramente la persona meno adatta … comunque … io mi rendo disponibile … mi metto al tuo servizio … Sappi, però, che non sono capace di fare i miracoli; quando avrò bisogno del tuo aiuto, io t’invocherò, allora, mi devi rispondere subito e questa sarà la conferma che è tua Volontà, caso contrario “mollo tutto", perché forse mi sono sbagliato e non è tua Volontà”.
Il Signore è buono e misericordioso, avrà sorriso e subito perdonato tanto mio ardire. Ma devo testimoniare a suo onore e gloria, che fin dall’inizio, parlo del 2002, ho invocato decine e decine di volte il suo aiuto nelle difficoltà e prontamente mi ha sempre risposto, ed ho provato che le sue promesse sono certe, quando obbediamo, con fede, alla legge del digiuno come Lui intende, e che in definitiva vuole dire eseguire il suo Volere. Infatti dice il Signore: “Il digiuno di cui mi compiaccio non è egli questo: che si spezzino le catene della malvagità, che si sciolgano i legami del giogo, che si lascino liberi gli oppressi, e che s’infranga ogni sorta di giogo? Non è egli questo: che tu divida il tuo pane con chi ha fame, che tu meni a casa tua gl’infelici senz’asilo, che quando vedi uno ignudo tu lo copra, e che tu non ti nasconda a colui ch’è carne della tua carne? Allora la tua luce spunterà come l’aurora, e la tua guarigione germoglierà prontamente; la tua giustizia ti precederà, e la gloria dell’Eterno sarà la tua retroguardia. Allora chiamerai, e l’Eterno ti risponderà; griderai, ed egli dirà: "Eccomi!". (Isaia 58, 6-9).
"Formalizzato il contratto" con il Signore finalmente accetto la proposta della Diocesi e nel novembre 2001 viene ufficializzata la Comunità Mamma della Pace di Bukavu che ottiene il riconoscimento diocesano e viene dotata di uno Statuto che ne regola tutta l’attività sia sotto l’aspetto giuridico che religioso.
Anno 2002
A fine gennaio 2002, mi reco nuovamente a Bukavu per discutere l’incarico di Coordinatore e Supervisore per la nuova Comunità Mamma della Pace abbandonando ogni dubbio e riluttanza, forte del “contratto” fatto con il Signore.
Il 25/01/2002 mi viene conferita, dall’Autorità diocesana di Bukavu, una Delega speciale in qualità di Unico Coordinatore e Supervisore per la raccolta fondi per il finanziamento del Progetto che prende il nome di “Progetto Comunità Mamma della Pace” destinato ad ospitare l’omonima Comunità d’ istituzione diocesana. La Delega speciale per la raccolta fondi mi fu poi confermata con documento del 22/07/2004 a firma di S. E. Mons. Charles Mbogha, Arcivescovo di Bukavu, succeduto, nel frattempo, al compianto Mons. Kataliko ma questa volta, fu estesa a livello internazionale.
A seguito dell’incarico conferitomi, la Diocesi di Bukavu, per fronteggiare in qualche modo la critica situazione dei numerosi bambini in difficoltà, pensa di dar il via alla costruzione di un villaggio, con l’aiuto di benefattori italiani. Ma questa volta si tratta di un Progetto ambizioso: un villaggio, tipo casa e famiglia, per 500 bambini, trasformando un piccolo progetto familiare d’assistenza a bambini in difficoltà, dal quale prende anche lo spunto, in un Progetto diocesano di grandi dimensioni, ma pur sempre, una goccia nel mare. Ma anche il mare è formato da tante piccole gocce ...
Mons. Joseph Gwamuhanya, insieme al sottoscritto, quale responsabile dei finanziamenti, gettano le basi programmatiche del Progetto di massima, con documento del 01/02/2002, titolato: “Adozione Progetto Comunità Mamma della Pace”.
Il Progetto prevede la costruzione di un villaggio composto di 40 case a due piani con mansarda ed una superficie abitativa di oltre mq 300. Ogni casa potrà ospitare dai 13 ai 15 bambini in difficoltà che verranno adottati da un padre ed una madre locale ed inseriti così, a pieno titolo, in un nuovo nucleo famigliare, tipo casa-famiglia. Il villaggio, una volta terminato, ospiterà almeno 500 bambini, sarà completo d’infrastrutture per l’istruzione scolastica di base, la formazione professionale, per lo svago ed il tempo libero, per le attività produttive ed artigianali. Nel futuro villaggio verranno realizzati progetti e microprogetti che dovranno servire a rendere autosufficiente la numerosa Comunità nel più breve tempo possibile.
Questo nuovo Progetto, rappresentava non più un impegno di 20.000 USdollari, come proposto all’inizio da Mons. Gwamuhanya, ma detta cifra doveva essere moltiplicata per diverse centinaia di volte, per la sua completa realizzazione. I tempi però, come la realizzazione completa, dipendono esclusivamente dai Voleri della Divina Provvidenza nella quale confido fermamente.
Problemi da parte mia, anche se unico responsabile dei finanziamenti, non ce n’erano, in quanto mi fidavo ciecamente del “contratto” fatto a suo tempo con il Signore, meglio, un piccolo problema c’era: molti, forse, pensavano che fossi diventato un po’ matto nel prendere con facilità un impegno così gravoso, ma io ho sempre giustificato costoro perché non erano a conoscenza del famoso “contratto” fatto col Signore e tra questi anche il mio fidato collaboratore Mons. Joseph Gwamuhanya che, solo dopo alcuni anni di attività, ho provveduto ad informare e precisamente a Roma nel 2007, facendo una testimonianza pubblica ad un Convegno dei Servi di Maria davanti ad una platea di 300 persone circa. Così anche da lui, per un certo tempo, ho preso del matto, ma tutto va a lode e gloria del Signore.
Il Signore opera con potenza e prodigi
Proprio così, se pensiamo che il Progetto è iniziato ed ha cominciato a svilupparsi nel pieno di una guerra fratricida che, per il gran numero di Paesi africani coinvolti ha preso il nome di “Prima guerra mondiale africana” che ha fatto milioni di morti ed un numero imprecisato di dispersi e di sfollati e per di più senza un’associazione alle spalle perché è stata istituita solo cinque anni dopo o un’organizzazione vera e propria di volontari. Quando è stato deciso di dare inizio al Progetto, non vi era alcuna disponibilità finanziaria ed il sottoscritto si è affidato completamente alle premure della Divina Provvidenza che non ha mai deluso …
La Bibbia ci insegna: “Sia benedetto Dio, Il Signore, il Dio d’Israele, Egli solo opera prodigi" (Salmo 72,18).
Infatti la breve cronistoria delle realizzazioni che segue, lo dimostra, tenuto conto che il Progetto è partito, come già detto, senza alcuna disponibilità finanziaria, solo confidando nell’aiuto del Signore e si è sviluppato in gran parte in mezzo alle gravi difficoltà e rischi di una guerra fratricida aberrante, durante la quale, chi poteva scappava, ivi compreso molti missionari e suore.
Febbraio 2002 - Acquisto terreno
Acquisto terreno ”Nyakadaka” di mq 1.140.000, in località Lwiro, a 6 km dall’aeroporto e 43 km da Bukavu, sul quale si svilupperà l’intero Progetto Comunità Mamma della Pace: un villaggio, con case, relative infrastrutture per l’istruzione, lo svago e le varie attività economiche commerciali e produttive per l’autofinanziamento della Comunità stessa.
Maggio 2002 - Acquisto Land Rover
Acquisto di una Land Rover usata per trasporto bambini.
Marzo 2003 - Acquisto casa in Bukavu “San Giuda Taddeo”
Acquisto, in Bukavu, di una casa che verrà intitolata a San Giuda Taddeo, comprotettore delle Comunità Mamma della Pace. La casa funge anche da sede per le attività in città. Ubicata in posizione privilegiata, sul lago Kivu, in una splendida cornice di paesaggio, con una superficie coperta di oltre mq 400, ospita la prima Comunità.
Aprile 2003 – Acquisto macchina Cacciamani
Acquisto di una macchina con doppio stampo per la produzione di blocchi in cemento e in terra pozzolanica. L’acquisto è stato finanziato dalla ditta Baraclit Prefabbricati di Bibbiena (AR).
Giugno 2003 – Inizio progetto agricoltura
Inizio progetto agricoltura con acquisto di: mucche, tori, pecore, capre, maiali, galline, tacchini ecc … Costruzione di un’ampia stalla per le mucche. Sistemazione terreno, recinzione allevamenti ed impianto idrico. Il progetto agricoltura ha reso le due Comunità di Bukavu e Nyakadaka, quasi autosufficienti dal punto di vista alimentare, e questo per circa 170 persone.
Luglio 2003 - Scuola d’informatica “San Giuseppe” in Bukavu
Scuola d’informatica per corsi di 10 allievi ogni turno, con Internet Point.
Maggio 2004 – Costruzione casa di San Pio da Pietrelcina
Ultimazione della costruzione ed arredo casa intitolata a San Pio da Pietrelcina di oltre mq 750. Casa di servizio per il volontariato. Provvisoriamente ospita la seconda Comunità in attesa delle nuove costruzioni. La casa può ospitare 45 bambini.
Maggio 2004 - Inizio costruzione del villaggio con quattro case
Il 13 maggio 2004, il compianto Arcivescovo di Bukavu, S. E. Mons. Carles Mboga, benediceva il terreno dove doveva nascere il nuovo villaggio. Dava così, ufficialmente, inizio ai lavori di costruzione per le prime quattro case. Scopri (Foto costruzione villaggio)
16 Novembre 2004 - Un violento incendio procura gravi danni alla casa San Giuda Taddeo di Bukavu
Lunedì, 16 novembre 2004, alle ore 16,15, un violento incendio, causato da un corto circuito, danneggia seriamente la casa San Giuda Taddeo in Bukavu, provocando la caduta del tetto, lesionando seriamente i muri, bruciando gran parte degli arredi e biancheria, nonché vestiti, libri scolastici, cartelle e divise dei bambini, ma senza alcun danno alle persone. Seriamente compromesso il reparto cucina e l’impianto elettrico. Sono scomparsi nel rogo alcuni prefabbricati in legno: 5 camere con 6 posti letto cadauna. La casa ospitava 70 bambini. Danni calcolati per circa 58.000 Euro. Scopri (foto incendio Casa San Giuda Taddeo)
25 Novembre 2004 - Inizio riparazione danni causati dall’incendio del 16 novembre 2004
Una pronta risposta della Provvidenza ci permette di riparare in poco tempo i danni dell’incendio.
Novembre 2005 – Consegna trattore
CNH, leader mondiale nella produzione di trattori, con partecipazione del gruppo FIAT, dona alle Comunità della Diocesi di Bukavu, un trattore gigantesco nuovo da 160 CV.
13 Maggio 2006 – Costituzione dell’Associazione “Comunità Mamma della Pace”
L’Associazione viene ufficialmente costituita da 22 soci, con sede in Via Virgilio 42, Modena, e dotata di uno Statuto e di un Regolamento Istituzionale che ne disciplina il funzionamento.
20 Giugno 2006 - Posa della prima pietra di tre Scuole importanti e Laboratori Professionali
• Scuola Professionale di Agraria “Don Erio Belloi”
Prevede corsi di teoria e pratica per oltre 2.000 allievi, doppio turno giornaliero. Durata cinque anni. Conseguimento di Diploma professionale di Tecnico in agraria con specializzazione nello studio delle moderne biotecnologie applicate all’agricoltura.
• Scuola di Formazione Professionale “S.Giovanni Bosco”.
Prevede corsi di teoria e pratica, per oltre 2.500 allievi doppio turno giornaliero. Durata tre anni. Conseguimento della Qualifica professionale di Operatore nelle attività di: tornitore, meccanico, motorista, carrozziere, elettricista, elettronico, falegname, muratore, carpentiere.
• Scuola d’informatica “S. Giuseppe”
Corsi di informatica di base ed a livello avanzato con corsi di laurea triennale in informatica. Possibilità di ospitare almeno 600 allievi doppio turno giornaliero.
• Laboratori varie discipline per la pratica delle Scuole Professionali “S. Giovanni Bosco” . Scopri (Foto Posa prima pietra Scuole Professionali e laboratori)
L’intero complesso scolastico, una volta terminato, potrà ospitare più di 5.000 alunni e si prevede che la sua completa realizzazione sarà entro il 2018, ma i tempi, come sempre, sono in mano alla Divina Provvidenza. Scopri (Progetto Scuole Professionali)
Gennaio 2007 - Reperimento di 45 computer con alcune stampanti, fax e fotocopiatori
Materiale destinato al nuovo Centro informatico “S. Giuseppe” gestito dalla Comunità Mamma della Pace di Bukavu.
Febbraio 2007 - Allacciamento acqua e corrente elettrica alle prime case del villaggio
Messa in opera di tubature e cavi elettrici per ml.1.000.
10 Marzo 2007 – Consegna prima casa
Il delegato del Vescovo di Ischia e Direttore del Centro Missionario diocesano, Can. Gioacchino Castaldi, consegna a S. E. Mons. Maroy, Arcivescovo di Bukavu, le chiavi della prima casa, offerta dalla stessa Diocesi di Ischia. Scopri (Foto consegna nuova casa della Diocesi di Ischia)
13 Marzo 2007 – Incontro con S. E. Mons. Théophile Kaboy, Vescovo del Kasongo
Incontro a Kasongo tra il sottoscritto ed il Vescovo locale per programmare l’avvio della quarta Comunità Mamma della Pace, previsto per luglio 2007. Il Vescovo mette a disposizione della Comunità oltre 600 ha di terreno. Scopri (Viaggio a Kasongo per apertura Comunità)
18 Marzo 2007 – Apertura ufficiale Comunità Mamma della Pace a Kitutu, Diocesi di Uvira
Dopo alcuni mesi, impegnati nella ristrutturazione dei locali donati dal Vescovo di Uvira, S. E. Mons. Jean-Pierre Tafunga, parte anche la Comunità di Kitutu, terza Comunità Mamma della Pace che sarà assistita dal Saveriano Padre Paolo Maran. Il Vescovo mette a disposizione della Comunità circa 450 ha di terreno. Scopri (Viaggio a Kitutu per apertura della comunità)
Ottobre 2007 Progetti realizzati
• A Nyakadaka – Progetto allevamento galline ovaiole Progetto mulino e laminatoio per lavorazione del mais
• A Kasongo Progetto mulino per decorticare il riso Progetto mulino per decorticare grano di mais Progetto allevamento pollo da carne
• Kitutu Progetto mulino per decorticare il riso. Progetto mulino per decorticare grano di mais.
3 febbraio 2008 – Il Signore prova duramente la fede
Un violento terremoto, di grado 6,8 di magnitudo scala Richter, con epicentro Kabare, villaggio a 8 km di distanza da Nyakadaka, terreno sul quale è in costruzione il nostro villaggio, si abbatte, con tutta la sua violenza devastatrice in modo particolare su tutto il Sud Kivu, causando forti danni alle nostre nuove costruzioni già quasi portate a termine, nonchè alla casa S. Giuda Taddeo in Bukavu.
14 febbraio 2008, un’altra violenta scossa 5,7 di magnitudo scala Richter colpisce ancora il nostro villaggio di Nyakadaka e completa l’opera di distruzione su quanto era rimasto. In un primo tempo i danni sono stati valutati in Euro 150.000, poi ad un attento esame dei tecnici si rendeva necessario per tre case la ricostruzione quasi completa che comportava una cifra non inferiore ad Euro 300.000, senza tener conto del continuo aumento dei prezzi. Le casse erano già state spolpate dalle prime costruzioni e quando è avvenuto il terremoto restava ancora un debito rilevante. Scopri (Foto case villaggio dopo il terremoto)
Cosa fare?
In precedenza il Signore aveva mostrato, verso quest’opera la sua potenza, la sua benedizione, la sua protezione, il suo aiuto, il suo incoraggiamento anche con prodigi e … quindi, era sicuramente nei suoi Voleri; ora, invece, sembrava perlomeno assente, lontano, indifferente, quasi disinteressato … Quale spiegazione dare ad un simile comportamento del Signore, che secondo la logica umana potrebbe definirsi per lo meno assurdo?
Una piccola spiegazione ce la dà il Vangelo dal quale apprendiamo che i pensieri di Dio non sono i nostri pensieri … i tempi di Dio non sono i nostri tempi … le sue vie non sono le nostre vie … ma soprattutto che Dio è amore e quindi, siccome è tutto sotto il suo stretto controllo, ciò che fa o permette è solo per il nostro bene, soprattutto per la nostra felicità eterna.
Appena iniziata la mia missione, io ebbi fede nel “contratto” fatto con il Signore, infatti Egli aveva mostrato, verso quest’opera il suo aiuto e quando bussavo, Lui prontamente rispondeva. Questa, però, non era vera fede, era una fede mercanteggiata era un “do ut des” motto latino che tradotto significa: “io do affinché Tu dia”.
Ora forse, il Signore, chiedeva ed in particolare a me, quale principale responsabile dell’Associazione, di fare un passo avanti nella fede, attraverso le prove: per raffinare e rafforzare il mio credo, per una maggior crescita spirituale, per raggiungere un maggior equilibrio.
Dov’è Dio? Una domanda che in quel periodo di buio mi sono fatto più volte
Questa prima e dura prova, la mia debolezza umana e poca conoscenza di Dio, mi portava spesso a chiedermi: ”ma dov’è Dio?” ... non rendendomi conto che ogni iniziativa parte sempre da Lui ed è sempre Lui che, anche nella prova, per primo, illumina, orienta, guida e sostiene, ma rispettando sempre la nostra libertà e quando Dio sembra averci abbandonato, essere lontano, è proprio allora che è più presente e vicino che mai.
Con questa prova del violento terremoto che, in pochi secondi ha distrutto gran parte delle costruzioni realizzate con enormi sacrifici ed ormai quasi pronte per essere abitate, inizia per me un difficile cammino di fede, dico inizia, perché, come vedremo più avanti, ero solo all’inizio di un lungo ed impervio percorso.
Per la verità ebbi una prima piccola prova, come sopra citato, allorquando, il 14 novembre 2004, un violento incendio danneggiò seriamente la casa di S. Giuda Taddeo in Bukavu, ma l’jntervento repentino della Provvidenza, fece sì che la superassi con una certa facilità.
Ora, il Signore, mi chiedeva di fare un passo avanti, di avere più fede in Lui, il che comporta non mettere “i remi in barca” nel tempo della prova; mi chiedeva di avere la certezza che Lui è con noi e per noi nella vita di ogni giorno, nella fatica e nelle difficoltà anche gravi; mi tracciava un cammino che mi portava a fare un’esperienza progressiva di Lui per incontrarlo e conoscerlo meglio sulla croce.
Mi chiedeva di credere in Lui, in Lui che tutto può … di non perdere la speranza … di avere piena fiducia, invocandolo spesso con la supplica del: “Pensaci Tu” … di non dubitare mai che Lui veramente ha il controllo di tutto e su tutti e quindi, se Lui ha permesso la distruzione delle case … Lui stesso penserà alla loro ricostruzione. Con questa speranza, che nel cuore sentivo come una certezza, ho ripreso il cammino con piena fiducia nel Signore, fiducia che proveniva, questa volta, non da quel "contratto" di cui inizialmente ho accennato, ma da una maturazione della fede.
1 giugno 2008 – Primo viaggio in India
Primo viaggio in India con tappa a Calcutta per programmare con l’Ordine dei Carmelitani Scalzi l’apertura di due nuove Comunità Mamma della Pace nel Nord-Est dell’India al confine con Bhutan e Cina.
7 febbraio 2009 - Apertura ufficiale di due Comunità Mamma della Pace a Calcutta (India)
L’apertura ufficiale avviene in un secondo viaggio a Calcutta nella Casa Generalizia della Beata Madre Teresa con una solenne S. Messa officiata dai Padri Carmelitani Scalzi responsabili delle nostre due Comunità con sede, rispettivamente, nella Diocesi di Diphu e nella Diocesi di Miao; sono presenti alla celebrazione, alcune Suore della Casa Generalizia di Madre Teresa.
3 maggio 2010 – Un riconoscimento importante da parte dell’Arcivescovo di Bukavu del nostro operato
S. E. Mons. François Xavier Maroy Rusengo, Presidente della locale Conferenza Episcopale dove risiedono maggiormente le nostre opere, Arcivescovo e Metropolita di Bukavu, invia una lettera a S. Em. Card. Tarcisio Bertone, Segretario di Stato della Santa Sede, e p. c. al sottoscritto. Scriveva tra l’altro, un’informativa circa l’operato della nostra Associazione nella sua Diocesi “… Tra le realizzazioni dell’Associazione Comunità Mamma della Pace nella nostra Diocesi, a tutt’oggi, noi contiamo a solo titolo di esempio: l’acquisto e la valorizzazione di terreni agricoli, costruzione di case per orfani, realizzazioni di microprogetti per l’autofinanziamento per un valore totale di circa 2.000.000 (duemilioni) di Euro come patrimonio della Diocesi al servizio degli orfani, senza contare il sostegno finanziario continuo per le derrate alimentari per il loro sostentamento quotidiano, e questo, è avvenuto durante un periodo di tempi difficili, a causa dell' insicurezza di quei rischiosi anni di guerra”.(Traduzione italiana del Doc. Rif. 325/10/11/13/9 del 3 maggio 2010 a firma Mons. François Xavier Maroy Rusengo). Scopri (Documento inviato dall’Arcivescovo di Bukavu in Vaticano a S. Em. Card. Tarcisio Bertone)
Come siamo lontani da quanto affermai a Mons. Gwamuhanya, allorquando nel 2002, mi propose un investimento di 20.000 USdollari. In quell'occasione affermai che per raccogliere tale cifra ci volevano almeno 20 anni. Ora, in neanche 8 anni viene donato alla Diocesi un patrimonio di 2.000.000 di Euro pari a USdollari 2.700.000 senza contare il continuo sostegno finanziario per il sostentamento quotidiano, medicine, scuola, trasporti e spese varie il cui calcolo approssimativo per difetto, considerato il periodo di 8 anni ed il numero degli ospiti, non è certamente inferiore a USdollari 600.000, raggiungendo così la ragguardevole cifra di USdollari 3.300.000 .... Un vero miracolo della Provvidenza!
Il Signore è buono, fedele, imprevedibile ed opera con potenza! Lode e gloria a Te, Signore!..
Ancora altre dure prove, poi, la prova del silenzio di Dio
Le prove non sono finite, si susseguono senza sosta, sembrano non terminare mai
Luglio 2010 – dicembre 2013. Totale fermo delle attività causato dalla mio precario stato di salute
Nel periodo sopracitato, di quasi quattro anni in quanto sono, tuttora, mentre scrivo, convalescente, e questo, a detta dei medici, ancora per almeno altri sei mesi, ho sperimentato un dosaggio piuttosto robusto di sofferenze del corpo: perdita della vista ad un occhio, ictus cerebrale, seri problemi al cuore, sindrome d’apnee nel sonno ed altro … poi varie afflizioni dello spirito.
Prima della malattia ero innalzato, lodato, ammirato, rispettato, amato, uomo di successo, sicuro di me … poi con la salute precaria ho provato: l’abbandono, l’umiliazione, la persecuzione, l’incomprensione, la calunnia, la critica, il disprezzo, la demoralizzazione, la tristezza, l’insicurezza … l’essere inutile a tutto … e ... come conseguenza: la perdita di affetti cari, di tante amicizie, rinuncia a tutte le mie attività di lavoro in campo industriale e commerciale, alle belle macchine, ai ristoranti ed anche a quel poco di vita mondana che ancora avevo, ai viaggi in Italia e all’estero; infine rinuncia a seguire l’Associazione Comunità Mamma della Pace che nel tempo era diventata come una mia creatura che ho visto nascere e crescere sotto la protezione del Signore e della Vergine Maria, Mamma della Pace.
Il silenzio di Dio
Per me, inizialmente, non è stato facile, perché alle numerose prove di cui sopra, se n’era aggiunta un’altra del tutto sconosciuta: il silenzio di Dio. Questa è stata forse la prova più difficile in quanto mi ha portato ad una forte depressione: Avevo una terribile oscurità dentro di me, come se tutto fosse morto, come se tutto fosse perduto. Mi sentivo gelido, solo, abbandonato non soltanto dagli uomini ma anche da Dio, desideravo qualche segno dal Signore, qualche segno della sua presenza … anche piccolo … ma nulla … tutto taceva …
Sfiduciato, non sentivo più né la necessità, né il desiderio della preghiera, nemmeno per chiedere aiuto al Signore. Unica preghiera che riuscivo a fare, ogni tanto, era l’invocazione: “Gesù ti amo”, insegnatami dalla Mamma Celeste1, ma non era vero, in quanto non recitata con slancio, con il cuore, ma bisbigliata distrattamente solo con le labbra.
Dio stava scomparendo dalla mia mente e dal mio cuore ed io mi rendevo conto di aver perso qualcuno di molto importante, ma non riuscivo a reagire.
Il momento più angoscioso, poi, era al mattino, quando mi dovevo alzare, avrei voluto che non arrivasse mai quel momento per restare a letto, sforzandomi di dormire … per dimenticare …
Finalmente la liberazione
Poi, finalmente, dopo qualche mese, giunge la liberazione. Un giorno, mi capita tra mano un libretto scritto da un sacerdote carismatico, il cui titolo era: “Come vincere la depressione”. Non avevo assolutamente voglia di leggerlo anche se l’argomento mi interessava.
Svogliatamente lo apro a caso e la prima frase che cade sotto i miei occhi, è una frase del Vangelo di Matteo: “Venite a Me, voi tutti che siete affaticati ed oppressi, ed Io vi ristorerò. Prendete il mio giogo sopra di voi e imparate da Me, che sono mite e umile di cuore, e troverete ristoro per le vostre anime. Il mio giogo infatti è dolce e il mio carico leggero“. (Matteo 11:28-29).
Non ritenni un caso l’uscita di questa Parola, perché era la Parola giusta al momento giusto ed ho pensato subito che fosse proprio il Consolatore, lo Spirito d’Amore che abita nell’intimo dei nostri cuori che mi volesse confortare… dare un po' di speranza ...
In quel momento, il mio cuore che era da tempo chiuso, si aprì per accogliere questa Parola, la mia anima che era nelle tenebre si illuminò con questo raggio di speranza … In quel momento sentivo il Dio vivente accanto a me, in me, che, con la sua tenerezza paterna ed il suo amore filiale voleva incoraggiarmi ad accettare le prove e mi suggeriva dolcemente: “coraggio, figlio mio, ci sono Io …. non temere … ti sono vicino … ti sono sempre stato vicino ... non ti ho mai abbandonato ... Io sono il tuo compagno di viaggio, il tuo Cireneo perché porto con te le tue croci … Abbi piena fiducia in Me … Io penserò a tutto …”
Mi resi allora conto che anche il silenzio di Dio può essere una risposta alla nostra poca fiducia in Lui … al non essere pazienti ed umili nel non saper attendere la sua risposta che sarà certamente superiore alle nostre aspettative.
Alla scuola di una Grande Maestra
Per otto anni, alla scuola della Mamma Celeste1, ho imparato che le sofferenze sono un "dono" del Signore, del suo amore, sono un atto di speciale predilezione. Secondo tale insegnamento, in questo periodo di quattro anni di dure prove, io, che mi sento un grande peccatore, ma un peccatore perdonato dalla misericordia di Dio, ho ricevuto tanti “doni” che mi sono stati dati, in un primo periodo, a piccoli bocconcini per arrivare poi, col tempo, a pasti più completi e sostanziosi, ma sempre ben dosati e rapportati alle mie forze ed alla mia crescita spirituale.
La Mamma1 mi ha insegnato che, nei momenti di prova più difficili, dobbiamo affidarci completamente al Signore con l’invocazione del “Pensaci Tu ...”, fatta non solo con le labbra ma con il cuore e soprattutto con tanta fede, con la certezza che Lui ci penserà veramente … che Lui risolverà tutti i nostri problemi.
Con l’aiuto della Mamma1 ho cercato di mettere in pratica i suo preziosi insegnamenti che suggerivano, per il superamento delle prove anche più ardue: la preghiera assidua, soprattutto la recita quotidiana del Santo Rosario, l’umiltà con l’annullamento del proprio “io”, la frequenza alla S. Messa ed ai Sacramenti. Seguendo questi consigli ho avuto la grazia di riuscire ad accettare con amore e per amore la Volontà del Signore.
Sempre dalla Grande Maestra1, ho appreso che le croci hanno un senso in Dio e devono essere vissute e capite nel loro vero significato, vanno portate assieme al Signore con gioia, amore e riconoscenza, invocando sempre il suo aiuto materno che non farà mai mancare.
Grazie Mamma per i tuoi preziosi insegnamenti e per la tua materna intercessione!
La scuola della Croce porta ad una fecondità spirituale
Ecco che ora il mio modo di vedere le cose, a 11 anni di distanza, non è più lo stesso di quando ho iniziato la missione affidatami. Ora comprendo che le prove sono necessarie, sono un percorso obbligatorio, per progredire nella maturazione della fede in modo equilibrato, sono fonte di fecondità spirituale e se, accettate per amore, oltre a donare una grande pace interiore, torneranno a nostra lode, gloria e onore . Infatti nella Prima Lettera di Pietro 1:6 leggiamo: “ Perciò voi esultate anche se ora, per breve tempo, è necessario che siate afflitti da svariate prove, affinché la vostra fede, che viene messa alla prova, che è ben più preziosa dell'oro che perisce, e tuttavia è provata con il fuoco, sia motivo di lode, di gloria e di onore al momento della manifestazione di Gesù Cristo”.
Solo ora, capisco quanto era sbagliato quel che dissi al Signore all’inizio di questa speciale sua chiamata e cioè: “… però, sappi, che non sono capace di fare i miracoli; quando avrò bisogno del tuo aiuto, io t’invocherò, allora, mi devi rispondere subito, questa sarà la conferma che è tua Volontà, caso contrario "mollo tutto", perché forse mi sono sbagliato e non è tua Volontà”.
Ho imparato che dobbiamo saper cogliere la Volontà del Signore anche nelle prove più dure ed essere certi che Dio le permette sempre per il nostro bene perché Lui ci ama immensamente.
Ora comprendo che la fede è continuare, non arrendersi mai, non perdere mai la speranza, anche se il mondo sembra cascarci addosso e che le prove sono altresì necessarie al nostro cammino spirituale: ci insegnano ad essere umili, a fidarci pienamente del Signore senza lamentarci e se, affrontate con pazienza, dimostrano il nostro vero amore a Dio e sono una sincera lode e un ringraziamento a Lui, oltre che ad essere utili per la nostra salvezza; se poi, accettate ed offerte al Signore, in unione coi suoi patimenti, per la conversione dei peccatori, ci rendono dei piccoli corredentori.
Quindi, ora, non pongo più delle condizioni al Signore, non dico più, come un tempo, “mollo tutto”… ho imparato ad aspettare con pazienza … e dico: “Eccomi, o mio Signore, voglio fare la tua Volontà … Tu vedi tutto … Tu sai tutto … Tu, tutto puoi … mi affido e mi fido di Te, ho piena fiducia in Te perché so che mi ami e vuoi soltanto il mio bene, la mia felicità ...”.
Grazie! Gesù, perché in questo lungo periodo di “forzato isolamento” mi hai fatto guardare più all’essenziale, mi hai dato maggior tempo per le cose più importanti; infatti ho avuto più tempo per la preghiera, per la meditazione, per frequentare la S. Messa e l’Adorazione, ho avuto più tempo e modo, come spetta di diritto a un Dio, di metterti al primo posto.
Grazie!, Signore Gesù, perché a Te così è piaciuto … Oggi, nonostante tutte le traversie, la salute ancora malferma, le difficoltà economiche, la mancanza di liquidità per portare avanti i progetti “Comunità Mamma della Pace”, ripeto il mio “Eccomi”, Ti do nuovamente la mia disponibilità, mi affido completamente a Te e mi fido di Te … perché so che Tu, tutto puoi, che Tu, sei fedele e credo fermamente a quanto recita l’antifona del Salmo 39: “Beato l'uomo che è provato da Dio: il Signore ferisce e risana”.
Grazie! Gesù, perché mi hai fatto capire che Tu mostri il tuo amore speciale anche attraverso le prove della sofferenza del corpo e dello spirito, prove di rinuncia e che queste prove, pur dure che siano, dimostrano il tuo grande amore verso di noi, infatti: “Il Signore prova colui che ama”.
Ora, nonostante questo grande sconvolgimento della mia vita, mi sento in dovere di ringraziare ancora Dio perché, in mezzo a tante tribolazioni e sofferenze, mi ha fatto dono di una grande pace interiore, la sola e vera pace che vale più di tutte le ricchezze del mondo, quella pace che viene solo da Lui e che il mondo non può dare, perché non conosce … e … sono fiducioso nella Parola del Signore, riportata dal salmista, quando dice: “Anche se i monti si spostassero e i colli fossero rimossi, il mio amore non si allontanerà da te, né il patto della mia pace non sarà rimosso, dice l’Eterno che ha compassione di te” (Isaia 54:10).
Intanto il Signore, che è buono e sempre fedele, continua ad operare nel silenzio, per strade a noi impensabili … sconosciute …
In questo periodo di forzato fermo, causato dal mio precario stato di salute, vengono portati a termine importanti Progetti musicali realizzati dalla cantante Maheya e dal M.° Sandro Barbieri, membri dell’Associazione, che serviranno, parzialmente, a finanziare, in un prossimo futuro, i programmi d’investimento delle varie Comunità Mamma della Pace.
Anno 2010 a tutto il 2013 - Progetti Musicali
Luglio 2010 - Il famoso regista Antonio Maria Magro affida ai nostri musicisti: M.° Sandro Barbieri e Maheya, la realizzazione della Colonna sonora del Kolossal “Pirandello una vita impossibile” che verrà prevalentemente girato a Cagliari, in parte ad Agrigento ed avrà interpreti famosi come Gerarde Depardieu, John Malkovic, Enrica Pintore, Ornella Muti …
Dicembre 2010 – Viene realizzato il progetto musicale dedicato alla Beata Madre Teresa, dal titolo: “La via della Pace”. Questo progetto è senz’altro tra i più importanti ed è quello che ha guidato Maheya all’Associazione ed è condiviso ed incoraggiato da S. Em. Card. Angelo Comastri, Vicario Generale di Sua Santità per la città del Vaticano che nutriva per la Beata, una particolare amicizia.
Febbraio 2012 – Composizione del Singolo di Maheya “Flower” e contratto con la Casa discografica Major di Milano “Italian Way Music”, per la sua produzione e promozione, a livello internazionale.
Aprile 2012 - Proposta d’ingaggio a Maheya da parte della Società statunitense, Shure Incorporated, leader mondiale nella fabbricazione dei microfoni da concerto ed una tra le più importanti etichette discografiche a livello mondiale. Maheya, dopo una rigorosa selezione di 4.000 artisti di tutto il mondo, viene scelta dalla Shure, come artista emergente, rappresentando l’Europa sia per il genere Jazz che Pop. Il maestro e arrangiatore Sandro Barbieri e Maheya partiranno nella tarda primavera del 2014, per una prima tournée negli Stati Uniti, per promuovere il CD “Easy living Jazz” ed il nuovo album “Maheya”.
Agosto 2013 - Maheya affida la direzione artistica per l’estero in particolare USA, Francia, Belgio, Olanda, Germania ed Inghilterra al Sig. Claude Ismael che è anche direttore artistico della nota casa Americana Nevermind Entertainment Ltd che gestisce importanti etichette a livello internazionale.
Dicembre 2013 - L’Universal Music Group (UMG) degli Stati Uniti, firma un contratto per la distribuzione e promozione, in esclusiva, per Stati Uniti e Canada, di un nuovo Album musicale della nostra artista Maheya che uscirà a breve.
L’Universal Music Group è, in assoluto, la più importante etichetta discografica (o casa discografica) a livello mondiale, specializzata nella distribuzione e promozione di musica e video musicali; la prima in assoluto tra le major essendo legata a multinazionali che detengono gran parte del mercato musicale mondiale pari al 26%, , seguita dalla Sony con il 21%, al terzo posto della classifica mondiale figura la Warner Music con quota di mercato pari all’11%.
Ringrazio il Signore per la sua benevolenza e le sue premure, in quanto ciò che sta avvenendo, con i Progetti musicali, compreso questa ultima notizia, non è certamente opera umana, ma è esclusivamente opera Sua perché a Lui tutto è possibile. Questi importanti accordi che, in una prospettiva futura, porteranno un grande aiuto a tutte le nostre Comunità ci lusingano, ci incoraggiano e premiano lo sforzo di cinque anni di duro lavoro della nostra artista e del M° Sandro Barbieri e sono una risposta chiara del Signore che anche nel silenzio e, altresì quando sembra a noi lontano, opera e premia chi a Lui si affida completamente.
Natale 2013 - Ultima notizia prima dell'aggiornamento di questa storia - testimonianza
Ricostruzione delle case terremotate del villaggio di Nyakadaka
Poco prima di Natale, tramite l’Arcivescovo di Bukavu, ricevo la notizia che sono state ricostruite e ristrutturate le case lesionate gravemente dal terremoto del febbraio 2008.
Tutte le case sono state rese molto più spaziose rispetto a quanto erano prima del terremoto, sono antisismiche e dotate di un’ampia mansarda a disposizione dei benefattori che vogliono visitare le Comunità e fare un’esperienza missionaria.
Ora mancano solo le rifiniture interne, nonché i soldi per pagare il debito all’impresa che ci ha fatto, gentilmente, credito, oltre quelli per le rifiniture interne e per l’arredo, ma il Signore che è sempre fedele, penserà Lui a tutto. Scopri(Foto Case subito dopo terremoto e Foto Case ricostruite)
Un appello personale da parte di chi ha vissuto questa storia avvincente ma soprattutto vera
L’appello che posso fare, a tutti voi che leggerete queste righe di storia - testimonianza, è di visitare con cura il sito che illustra tutte le nostre attività, la nostra missione e le nostre speranze. Poi … fatto questo, ascoltate, in un profondo silenzio interiore, la misteriosa voce della coscienza, che potrebbe suggerirvi sentimenti di solidarietà e d’amore di questo tenore: “… anche tu devi fare qualcosa … la solidarietà, soprattutto, se sei cristiano, è un tuo preciso dovere … devi condividere con chi meno ha … con chi è nel bisogno …”
In un primo momento potreste anche ribellarvi a questo invito, come ho fatto io: una … due … tre … quattro volte … e ... sempre come ho fatto io, potreste anche giustificare il vostro rifiuto a fare ciò che sentite chiaramente provenire dal vostro intimo, dalla vostra coscienza dove risiede la Verità, ma l’importante è che prima o poi diciate anche voi il vostro "eccomi".
Diventerete così, assieme a noi dell'Associazione, le mani della Provvidenza per aiutare tanti bambini bisognosi a realizzare i loro diritti, a dare speranza e sorriso..
Questo sarà il più bel frutto che potrà donare questa storia - testimonianza, vissuta in prima persona dal sottoscritto. Sarà un frutto che vi darà tanta pace interiore e serenità ed imparerete ad apprezzare quanto sia vero il detto evangelico: "si prova più gioia nel donare che nel ricevere".
E la sorprendente storia continua …
Restate aggiornati collegandovi al sito: www.comunitamammadellapace.org
Colgo l’occasione per ringraziare particolarmente tutti i benefattori, volontari e simpatizzanti che con il loro aiuto hanno contribuito e contribuiscono a darmi la forza ed il coraggio di continuare in questo progetto di solidarietà e l'opportunità di poter testimoniare che l’amore del Signore è grande e la sua fedeltà rimane per sempre anche nelle prove più dure.
Aniceto Battani
Presidente
Associazione Comunità Mamma della Pace .
Modena, 1 gennaio 2014
1. Ho avuto la grazia di essere presente a quasi tutte le apparizioni della “Mamma della Pace” più di 500 con relativi insegnamenti, avvenute a Carpi (MO) dal dicembre 1984 al giugno 1993, tramite il veggente Gianni Varini. Ed è qui che ha avuto inizio il mio cammino di conversione. Scopri Messaggi della Mamma della Pace