AMPIA RASSEGNA DEL TERZO VIAGGIO DELLA SOLIDARIETA’

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Marzo 2007

Una Delegazione della Diocesi di Ischia a Bukavu

L’esperienza di un viaggio da non dimenticare

Il terzo viaggio della Solidarietà ha visto come protagonisti una Delegazione della Diocesi di Ischia, guidata dal Direttore del Centro Missionario Diocesano, Don Gioacchino Castaldi, in rappresentanza del suo Vescovo, S. E. Mons. Filippo Strofaldi, accompagnato dal neo sacerdote Don Ciro Vespoli e dalla neo laureata in Scienze del Servizio Sociale, Dott.ssa Antonella Ferrandino.

Alla stessa Delegazione ischitana si sono aggiunti: il Sig.Aniceto Battani, Presidente dell’Associazione Onlus “Comunità Mamma della Pace “ di Modena, il Sig. Alessandro Canovi, vice Presidente, la Signora Fernanda Guida e due soci della stessa Associazione: l’architetto Alessandro Marata, Presidente dell’Ordine degli Architetti di Bologna e l’architetto. Joseph Goldsmith. Ricordiamo che l’Ordine degli Architetti di Bologna, nella persona del suo Presidente, e con la stretta collaborazione dell'architetto Goldsmith, ha assunto l’impegno di seguire e curare, gratuitamente, tutti i disegni architettonici relativi alle costruzioni dei villaggi delle varie “Comunità Mamma della Pace”.  

 

Nuovo VillaggioNuovo Villaggio

Il nuovo villaggio “Comunità Mamma della Pace” nella Diocesi di Bukavu

L’occasione di questo viaggio è stata offerta da un importante evento di solidarietà tra la Diocesi di Ischia e la Diocesi di Bukavu: la consegna delle chiavi della prima casa-famiglia, del Progetto diocesano “Comunità Mamma della Pace”, realizzato a 46 Km da Bukavu, nel terreno di Nyakadaka, località Lwiro, comune di Katana e facente parte di un più vasto Progetto che prevede la costruzione, complessivamente, di una quarantina di case destinate ad ospitare, in un ambiente famigliare, oltre 500 bambini in difficoltà.

Il villaggio, comprenderà, oltre alle case, le infrastrutture per lo svago e lo sport, una scuola materna, scuole primarie ed un grande complesso scolastico per Scuole di Formazione Professionale, Scuole di Agraria e Scuole d'informatica con relativi laboratori. L’intero complesso scolastico prevede una copertura di oltre 6.500 mq.

Il Progetto, contempla anche: la realizzazione di alcuni microprogetti, destinati all’autofinanziamento, nonché di un importante “Progetto Agricolo”, già in una fase di avanzata di realizzazione.

 

La cronaca di un viaggio storico

Partenza da Roma il 4 marzo 2007, arrivo a Bukavu, previsto per il giorno dopo, tardo pomeriggio. In tutto, 11 ore di aereo da Roma a Bujumbura, capitale del Burundi, poi trasferimento a Bukavu a mezzo di un pulmino, via Ruanda.

Sono cinque ore di viaggio sotto un sole cocente, col cuore in gola, per la spericolata guida dell’autista del pulmino che sembrava prendersi gioco di noi stessi e delle nostre paure. Finalmente, in serata, verso le ore 6, la Delegazione arriva nella “Comunità Mamma della Pace”, casa San Giuda Taddeo.

 

Comunità Mamma della Pace di Bukavu

Una grande casa di oltre 450 mq, con cortile e vista diretta sullo splendido lago Kivu. Accoglienza festosa da parte dei numerosi bambini ospiti. della Comunità, più di una settantina, sul cortile prospiciente la casa, mentre il sole faceva capolino, dipingendo il cielo con una lunga pennellata  di un colore rosa intenso che faceva sperare, per il giorno seguente, in una splendida giornata. Segue la S. Messa animata da canti, danze e rullio di tamburi, un piccolo concentrato del folclore africano.

Il martedì, in mattinata, nella splendida cornice di “Amani”, località adagiata su una delle tante verdeggianti baie del lago Kivu, l’incontro cordiale con l’Arcivescovo di Bukavu, S. E. Mons. François-Xavier Maroy, per un breve scambio di saluti. Una visita alla Cattedrale. Pranzo in Comunità, poi, primo impatto con la città, con le sue strade completamente dissestate, il mercato ortofrutticolo, le numerose bancarelle improvvisate dove si vende di tutto o niente per racimolare qualche spicciolo.

Si notano pochissime macchine, alcune spinte a mano per problemi meccanici o mancanza di carburante, poche sono le biciclette che scorrazzano per le strade tra fiumane di  gente a piedi, che, frettolosa, va e viene. Soprattutto, tante donne che portano in testa cesti di frutta o di verdura o di qualsiasi altra roba; molte con un bimbo strattonato per mano e magari un altro insaccato in un pezzo di stoffa dietro le spalle. Impressiona la vista di tante donne piegate sotto il peso di grossi sacchi di farina od altro che vanno e vengono dal mercato e bambini piccoli che trascinano, a fatica, grandi taniche piene di acqua, certamente superiori alle loro forze. Scopri  (Foto accoglienza visitatori Comunità Mamma della Pace di Bukavu

 

Comunità Mamma della Pace di Nyakadaka 

Il giorno dopo, si parte per Nyakadaka, in visita alla seconda Comunità ubicata dove si sta costruendo il villaggio, vero e proprio, del Progetto “Comunità Mamma della Pace” destinato ad ospitare bambini in difficoltà.

Lungo la strada, se strada si può chiamare, incrociamo villaggi con case fatte di fango e tetto di paglia, pochissime quelle in mattoni con tetto di lamiera. Questo sarà l’aspetto comune di tutti i numerosi villaggi che incontreremo durante il nostro viaggio. Frotte di bambini, seminudi, scalzi o con vestiti stracciati, ai lati della stessa ci salutano agitando le mani con grida di gioia e nello stesso tempo di stupore al vedere tanti visi pallidi...

Dopo due ore di sballottamento lungo una strada sterrata che di strada porta solo il nome, giungiamo a destinazione. Anche qui accoglienza festosa tra canti, balli e rullio di tamburo. Due giorni di vita intensa in mezzo a bambini sorridenti e festosi. Ognuno dei visitatori, a turno, si coccola un bambino che, appagato dalle attenzioni, si struscia come un gattino, gli accarezza le mani e le braccia tirando i folti peli che per loro rappresentano un po’ una novità. Sorridono…sorridono sempre per manifestare la loro gioia per la nostra presenza; ti guardano con un senso di meraviglia spalancando i loro occhioni, ti prendono per mano, ti danno strattoni e non ti vorrebbero mai lasciare.

La non conoscenza della lingua, certamente, non aiuta il colloquio per uno scambio di sentimenti ma dove non arriva la lingua, arriva il cuore che suggerisce piccoli gesti spontanei d’affetto che vengono contraccambiati con tanta tenerezza e ti fanno sentire che stai facendo veramente una cosa grande, importante, straordinaria, stai donando il tuo amore, la tua solidarietà a chi ha tanto sofferto nella sua giovane vita.

A tutta la Delegazione resterà sempre impresso nella mente e nel cuore l’espressione degli occhi ed il sorriso di Giosuè, un bimbo di quattro anni, sordomuto, che riesce, con i gesti, le carezze e gli strattoni, ad esprimere la sua gioia per il nostra visita. Antonella si può coccolare il piccolo Pio che ha adottato, e che, incoraggiato dal nostro battimano ritmato, dà inizio ad una danza con un frenetico movimento di mani, piedi, testa e di tutto il corpo in un perfetto sincronismo.

A Nyakadaka, la Delegazione ha modo di visitare il grande terreno di oltre 1.000.000 di mq con molte varietà di piante da frutta, ortaggi e granaglie; poi l’allevamento delle mucche controllate dal maestoso toro Dodo, divenuto famoso anche nei villaggi vicini per la sua mole, del peso di oltre una tonnellata. Galline, conigli, maiali, capre e pecore, completano il quadro di quella che sarà, in un prossimo futuro, una moderna azienda agricola di tipo europeo. Scopri  (Foto accoglienza visitatori Comunità Mamma della Pace di Nyakadaka)

 

Pellegrinaggio  alla Grotta della Mamma della Pace di Nyangezi

Per invocare la pace su questo paese tormentato da lunghi anni di guerra 

Venerdì, 9 marzo, pellegrinaggio al Santuario di Nyangezi, villaggio a 25 Km da Bukavu, dov'è la Grotta Mamma della Pace.  Il Santuario è divenuto meta di pellegrinaggio di tutte le parrocchie  della Diocesi di Bukavu.

Quest’anno si è celebrato il centenario della fondazione, su quel luogo, della prima chiesa cattolica. ad opera di Padre Joseph Van Der Haeghe. Il 3 settembre 1906, il missionario belga Padre Joseph Van Der Haeghe, della Congragazione Missionari d’Africa, soprannominati, per il colore della pelle, Padri Biachi, lascia Lusenda per Nyangezi e compie un viaggio di 12 giorni a piedi. 

È accompagnato da alcuni cristiani della sua missione di partenza. Arriva a Nyangezi il 15 settembre 1906 verso le ore 14. La data del suo arrivo è ritenuta l'inizio ufficiale della missione "San Pietro", nell'attuale Diocesi di Bukavu.

A soli 57 giorni dal suo arrivo, l'8 novembre 1906, Padre Joseph Van Der Haeghe muore di malaria. Il chinino allora non era ancora conosciuto. "Sulla mia tomba - disse il missionario prima di morire - voi fonderete la missione del Kivu. Il mio corpo sarà la prima pietra".

Oggi questa chiesa d'Africa è diventata una vera chiesa missionaria: invia apostoli in tutto il mondo per annunciare ad altri popoli il Vangelo che essa ha ricevuto.

In occasione del centenario, l’attuale Arcivescovo di Bukavu Mons. Maroy, ha provveduto alla sistemazione dell’ampio spiazzo, delimitato da grandi arcate di mattoni che si raggiunge dopo aver salito una lunga scalinata di 192 gradini. Sullo sfondo dello spiazzo, una grotta con un altare, a ricordo del centenario della prima evangelizzazione. Sul lato destro, ad un’altezza di due metri circa, un’altra piccola grotta che riproduce la cartina del Congo, fa da cornice alla statua della Mamma della Pace, quasi a significare ed impetrare la sua materna protezione non solo sulla Diocesi di Bukavu, ma su tutto il travagliato Congo assetato di pace. La grotta è stata costruita con pietre provenienti dalle 33 parrocchie della Diocesi e dagli istituti religiosi.

Il Santuario è meta continua di pellegrinaggio da parte di tutte le parrocchie della Diocesi: Molti pellegrini raggiungono il Luogo Santo finanche con 6/7 ore di marcia a piedi per poi salire i 192 gradini e, c’è chi lo fa in ginocchio in segno penitenziale.

Il Santo Padre, Giovanni Paolo II, ha concesso l’indulgenza plenaria a chi si reca con fede in questo luogo benedetto e ricco di storia del primo avvento del cristianesimo.

Il pranzo, nella parrocchia di Nyangezi, dove ci accoglie tra danze, squilli di tromba e rullio di tamburi, un gruppo folkloristico nei loro tradizionali costumi, armati di tutto punto, di lance che terminano con frecce a punta. Scopri (foto Pellegrinaggio a Nyaghezi Santuario Mamma della Pace e Gruppo del folkroristico)  

A volte, quando manca la conoscenza della lingua, parlano i sentimenti

 

Sabato, 10 marzo, giornata di grande festa per la consegna simbolica delle chiavi della prima casa

Un giorno di grande festa a Nyakadaka, che vede riunite le due “Comunità Mamma della Pace”, quella di Bukavu e di Nyakadaka, per la solenne celebrazione della S. Messa con la presenza dell’Arcivescovo di Bukavu e numerose autorità della cultura, di governo, civili e militari. Concelebrano numerosi sacerdoti, tra cui, il Rappresentate della Diocesi di Ischia, Don Gioacchino ed il giovane sacerdote Don Ciro sempre di Ischia. Un breve intervento di Don Giacchino che legge anche i saluti del Vescovo di Ischia. Segue un intervento di Aniceto Battani, Presidente dell’Associazione Onlus “Comunità Mamma della Pace”, che invita a ringraziare il Signore, che per intercessione della Vergine Maria, Mamma della Pace, ha guardato al suo popolo ed ha voluto riversare la sua misericordia su quella Diocesi, travagliata da lunghi anni di guerra ed alleviare  le loro sofferenze. Infatti, la realizzazione del Progetto “Comunità Mamma della Pace” porterà notevoli benefici non solo alla Comunità Mamma della Pace, ma a tutti i villaggi vicini, in particolare, con la costruzione di scuole per l’istruzione di base e per la formazione professionale, aperte a tutti.

Terminata la Celebrazione, ci portiamo nella zona riservata alla costruzione del villaggio, dove, oltre la casa donata dalla Diocesi di Ischia, sono in fase di ultimazione altre tre case.

L’Arcivescovo procede alla benedizione di tutti gli ambienti della casa di oltre 300 mq, con un’ampia mansarda a disposizione dei benefattori, in questo caso, per coloro che sono della Diocesi di Ischia e vorranno fare un’esperienza missionaria o visitare semplicemente la Comunità, potranno essere ospitati in qualsiasi periodo dell’anno.

Segue la consegna delle chiavi, da parte del Delegato del Vescovo di Ischia, Don Gioacchino Castaldi all’Arcivescovo Mons. Maroy, quindi lo stesso Arcivescovo le consegna al Delegato e Responsabile Episcopale della “Comunità Mamma della Pace”, Mons. Joseph Gwamuhanya.

L’Arcivescovo poi, rivolge un vivo ringraziamento alla Diocesi di Ischia, al suo Vescovo ed a tutta la Delegazione per il dono fatto. Sul frontale della porta, una targa porta la scritta “Dono della Diocesi di Ischia”. E’ questo un monumento, che resterà nel tempo, a ricordo della solidarietà e del buon cuore del popolo diocesano di Ischia. Scopri (foto consegna prima casa Diocesi di Ischia)

 

Domenica, 11 marzo, la Delegazione è accolta nella vicina base dell’ ONU, popolata di soldati pachistani

Un’accoglienza particolarmente calorosa e di riguardo, col saluto della banda, in sgargianti costumi scozzesi, che, al suono di cornamuse, accompagnate da squillanti trombe, hanno dato inizio ad un lungo repertorio accompagnato da marce, cadenzate dal rullio di tamburi.

La nostra Delegazione è stata accolta con tutti gli onori, come tornasse non so da quale impresa gloriosa.

Abbiamo l’occasione di scambiare saluti ed impressioni con i più alti gradi della compagnia che parlano un perfetto inglese. Per la lingua ci viene in aiuto l’Architetto Goldsmith, di origine americana, dell’Ordine degli Architetti di Bologna, facente parte della Delegazione e della nostra Associazione.

Sempre accompagnati dal suono della banda, segue un buffet veramente delizioso; poi lo scambio di indirizzi…calorosi saluti e ringraziamenti e la promessa da parte dei responsabili di aiutare le “Comunità Mamma della Pace” dedite, come l’Organizzazione Onu, ad opere umanitarie.

Prima di partire il capo ci invitava, ogni qual volta fossimo ritornati nel Congo, ad essere loro graditi ospiti, perché, da quel momento, facevamo parte della loro famiglia.

Sono state ore indimenticabili, di sincera amicizia con gente che pochi momenti prima neanche conoscevamo e dagli usi e costumi completamente diversi dai nostri, ma con un cuore grande, capace di annullare qualsiasi distanza e barriera politico-religiosa. Per noi tutti è stata una giornata indimenticabile ed una grande lezione di vita.

Lunedì 13, ritorno in Italia di gran parte della Delegazione ma con una gran voglia di tornare alla prima occasione. Scopri (foto Ricevimento di una nostra delegazione presso comando ONU)

 

Visita alla Diocesi del Kasongo ed a Kitutu, Diocesi di Uvira per apertura nuove Comunità

Il nostro Presidente Aniceto Battani e Don Gioacchino Castaldi accompagnati da Mons. Joseph Gwamuhanya e da Mons. Flavien Milenge, Vicario Generale della Diocesi di Uvira, martedì 13, partono per una visita di tre giorni alla Diocesi del Kasongo dove, il Vescovo locale, S. E. Mons. Théophile Kaboy, ha chiesto di aprire una “Comunità Mamma della Pace”, mettendo a disposizione oltre 650 ettari di terreno per le attività della medesima. Scopri (foto Viaggio a Kasongo).

Lo stesso quartetto, venerdì, 16 marzo, visita per due giorni la parrocchia di Kitutu estesa oltre 4000 Kmq, nella parte estrema della Diocesi di Uvira, tenuta da una piccola Comunità di Saveriani. Parroco, Padre Paolo Maran, che a suo tempo fu anche Padre spirituale della prima “Comunità Mamma della Pace” in Bukavu.

Il Vicario Generale, in rappresentanza del Vescovo di Uvira, S. E. Mons. Jean Pierre Tafunga indica il terreno di proprietà diocesana, oltre 400 ettari, da destinare alle attività della nuova “Comunità Mamma della Pace” che si sta formando in detta parrocchi Scopri (foto Viaggio a Kitutu) 

Entrambe le località visitate, delle due Diocesi, hanno un denominatore comune: povertà estrema, ai limiti della sopravvivenza.

Il mercato vero e proprio non esiste, ma vediamo, sparse per le due cittadine, sotto un sole cocente, una miriade di bancarelle della sopravvivenza, improvvisate dal bisogno: chi vende un pugno di riso, chi due cipolle, chi un uovo, chi due manghi, chi tre patate, chi una piccola misura farina di manioca, chi pochi spicchi di aglio, chi una pannocchia di grano turco.

Le automobili sono quasi inesistenti. Le strade sono affollate di gente a piedi, soprattutto donne che, ricurve sotto un peso ben superiore alle loro forze, percorrono, a piedi, anche 300 Km di andata e 300 Km di ritorno, per vendere, nei mercati delle grandi città i loro prodotti che nel migliore dei casi possono fruttare, ogni viaggio, Usdollari. 50 impiegando oltre un mese e mezzo per andare ed uno per tornare. Incredibile ma vero...

Altri fattori comuni: mancanza di energia elettrica, di acqua potabile, di strutture di comunicazione, strutture sanitarie, denutrizioni di bambini e delle madri che allattano, e poi la malaria, la micidiale malattia contagiosa dell’AIDS. Molto.alta la percentuale di analfabetismo, causa la mancata possibilità, da parte delle famiglie, di pagare la retta scolastica ed i libri.

A Bukavu, abbiamo avuto modo di vedere, centinaia di studenti universitari con in mano libri e quaderni, fuori della scuola, in quanto non ammessi alle lezioni per non aver pagato la retta. Ora attendevano pazientemente l’uscita dei loro colleghi, più fortunati, per avere notizie e spiegazioni circa la lezione ed i compiti da eseguire. Insomma per restare in qualche modo aggiornati.

Tra gli impegni più importanti dell’Associazione Onlus “Comunità Mamma della Pace” vi è l’istruzione scolastica che dovrebbe essere garantita anche a chi non ha i mezzi sufficienti per pagare la retta.

 

Il rientro

Martedì 20 marzo, scocca l’ora del rientro anche per gli ultimi della spedizione: Don Gioacchino ed Aniceto. Termina così, anche per loro, l’avventura africana che lascerà nel cuore il desiderio di un rinnovato impegno per questa popolazione desiderosa di arrivare a decidere autonomamente del proprio futuro, gestendo direttamente le loro risorse naturali, ancor oggi preda di avvoltoi che non hanno un nome, non hanno un volto, perché, in quanto pedine degli intrighi ed interessi delle multinazionali, agiscono sempre nell’ombra.

 

Breve testimonianza sul viaggio
di Don Gioacchino Castaldi – Direttore del Centro Missionario Diocesano di Ischia

“Sono stati diversi i Viaggi Missionari che dal lontano 1987 mi hanno permesso di conoscere più “da vicino”i campi di lavoro di tanti missionari,religiosi e laici sparsi nel mondo. Sono grato alla Provvidenza di avermi fatto incrociare, nel cammino della mia vita sacerdotale,persone che con la loro vita missionaria mi hanno aiutato a maturare e come uomo e come prete.

L’ultimo Viaggio effettuato nella Repubblica Democratica del Congo nel mese di Marzo u.s. insieme ad alcuni amici dell'Associazione "Comunità Mamma della Pace", ha rivestito un carattere particolare. Ha rappresentato la realizzazione del sogno che ho coltivato da giovane sacerdote di completare la visita del Continente africano con l’allora Zaire, dopo diverse visite in Kenia, Tanzania, Mozambico, Sud Africa, Costa d’Avorio.

Due Settimane trascorse per toccare con mano le sofferenze di tante persone che stanno tentando di ricostruirsi una vita dopo anni di guerra che ha portato il paese in uno stato di totale abbandono.

I bambini, tanti rimasti orfani, sono quelli che più ti colpiscono. Ed è stato per me motivo di grande soddisfazione presenziare alla cerimonia di consegna della prima Casa Famiglia che grazie al buon cuore di tante persone della nostra Diocesi di Ischia, siamo riusciti a realizzare nella Diocesi di Bukavu.

Questo vuole rappresentare solo un primo segno di solidarietà verso questa nostra Chiesa sorella, la Diocesi di Bukavu  guidata con amorevole premura dal suo Vescovo,Mons. Francois Xavier Maroy.

Un ringraziamento particolare al Sig. Aniceto Battani , Coordinatore e Presidente della Comunità Mamma della Pace,che ha permesso la realizzazione di questo sogno coltivato da tanto tempo”.

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