Appello dell'Aercivescovo di Bukavu
Settembre 2008 –
Arcivescovo di Bukavu a Washington
Appello alla generosità dei cattolici americani
(Da un comunicato di Radio Vaticana)
La situazione nel Congo orientale e nella regione dei Grandi Laghi è molto grave, ma il mondo tace come se non fossimo neanche esseri umani”.
A lanciare la pesante denuncia, in un’intervista all’agenzia Cns, è l’Arcivescovo di Bukavu, Mons. François Maroy Rusengo. Il Presule, nel mese di settembre 2008, si è recato a Washington, dove ha incontrato rappresentanti del Congresso, della Chiesa statunitense e delle Ong americane operanti nella Repubblica Democratica del Congo, per chiedere aiuti urgenti alle martoriate popolazioni del Congo orientale, in cui alle distruzioni della guerra si è aggiunto, a febbraio, il terremoto che ha devastato Bukavu ed il Sud Kivu. “Spero che il Congresso capisca, questa volta, la gravità della situazione. Hanno promesso che vedranno come possono aiutare e io pregherò perché lo facciano”, ha dichiarato l’Arcivescovo senza nascondere il suo scetticismo e frustrazione, viste le passate promesse non mantenute. L’Arcidiocesi di Bukavu, ha spiegato, ha “urgente bisogno di aiuti per ricostruire case, scuole, ospedali, conventi distrutti, ma soprattutto perché la gente possa ricostruire la sua vita”. La guerra ha sprofondato un paese potenzialmente ricco nella povertà: tutte le infrastrutture sociali, politiche ed economiche sono venute a mancare. In questa situazione, ha detto Mons. Maroy, “l’unica cosa che posso fare come Arcivescovo è denunciare le violenze e cercare di dare qualche speranza alla gente assicurandole i servizi educativi e sanitari erogati dalla Chiesa locale”.